Fondazione di Arequipa, culla di illustri peruviani

Ari qepay (Sì, rimanete) in quechua o ariq qipa (dietro la punta) in aimara. Due delle ipotetiche frasi che storici, etimologi, linguisti e traduttori credono diano origine al nome di Arequipa.


Una “Città bianca” che è conosciuta per il suo centro storico, riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’Umanità dalla UNESCO; per il suo cibo tradizionale, l’imponente Canyon del Colca e il maestoso vulcano Misti. Grande città che ha visto nascere illustri personaggi della storia peruviana, da Deán Valdivia e il suo impeto regionalista; Mariano Melgar e la sua sentita poesia; a Mario Vargas Llosa e il suo talento narrativo, tutti i cittadini nati -e non invano- ai piedi del vulcano, gonfiano il petto d’orgoglio ad ogni anniversario.


A partire dal 1540, ogni 15 agosto è imperdibile per gli arequipeños. Le festività sono cambiate da quasi cinque secoli fa e ora la città si paralizza quando si avvicinano le celebrazioni. Con il carnevale arequipeño in sottofondo, si può degustare un contundente rocoto relleno (rocoto ripieno), un sostanzioso chupe de camarones (zuppa di gamberetti), un delizioso adobo arequipeño (carne marinata all’arequipeña) o un sempre rinfrescante queso helado (gelato di formaggio), mentre si respira festa (serenata, messa, concerti, passacaglie, ed altro) in ogni angolo della città. 

 


Ma se di storia, natura e avventura si tratta, non ti puoi perdere le diverse spedizioni nella “Città dei leoni”: da avvistamenti di condor e l’escursione nella Ruta del Sillar, fino a trovare la calma nella campagna arequipeña e nutrirti di conoscenza con i petroglifi di Toro Morto.


Incamminata ai 500 anni di fondazione (tra appena vent’anni), Arequipa cresce a passo spedito ed è considerata la seconda città con la maggiore attività economica in Perù. La regione ha anche la seconda popolazione sul territorio peruviano. I motivi abbondano perché gli arequipeños cantino orgogliosi, con maggiore intonazione, ogni 15 agosto, “Che bello è il mio Misti, fedele guardiano della mia città. Arequipa bella, come te non ce n’è. Che bella Arequipa, mia terra natale”, composizione del musicista Benigno Ballón Farfán, altro grande della storia arequipeña.

 

Vista aerea della Plaza de Armas di Arequipa, dove si concentrano le attività per la sua fondazione. Credito: Juan Manuel Olivera / PromPerú.

    Raccomandazioni:

    - Esistono molte attività da realizzare. Per questo motivo, dai la priorità ad avere un piano di attività prima di arrivare.
    - Prova il cibo locale. Esistono diverse picanterías dove il sapore è spettacolare.
    plaza-de-armas-arequipa

    Ti può interessare anche: